giovedì 31 marzo 2011

PRESENTAZIONE ALL'ENOTECA ENO' DI LUGO (RA)

Foto di Gianni Angelini


all'Enoteca Enò, a Lugo (RA) 

Via Magnapassi, n. 30, angolo via Tellarini

il 09.04.2011, alle ore 18:30

Alessandro Bastasi presenterà il suo nuovo libro "La gabbia criminale". La partecipazione alla presentazione è gratuita. 
Per chi volesse, al termine della presentazione potrà trattenersi per la degustazione di un buon calice di vino veneto (per "affinità" regionale con la città dove è ambientata la storia) in abbinamento a salumi e formaggi (il costo è di 8 Euro).

lunedì 28 marzo 2011

ENRICO PANDIANI, AUTORE DI "LEZIONI DI TENEBRA", HA SCRITTO...

... a proposito di "La gabbia criminale":

Mi è molto piaciuto l'intreccio quasi a scatole cinesi. Hai fatto uno spaccato impietoso delle tue parti ma si percepisce potentemente il desiderio che tutto fosse diverso. La storia d'amore è molto delicata e accompagna il filo di speranza che collega tutta la vicenda.

martedì 15 marzo 2011

La recensione di Carla Casazza - Scrivere è vivere

Alberto Sartini, neopensionato ex professore, un po' annoiato e demotivato, torna a vivere nella nativa Treviso abbandonata da decenni per una moglie ormai ex ed una carriera universitaria a Brescia. Ora che i figli sono grandi Alberto decide di riallacciare i legami con la piccola città di provincia dove vivono ancora la madre e la sorella con le quali i rapporti sono a dir poco tiepidi. Ma mentre rimette a posto la casa di famiglia e recupera qualche amicizia quasi dimenticata, i fantasmi del passato iniziano a tormentarlo. E i fatti accaduti nel 1953, quando era bambino, tornano vividi a chiedere ripsoste. Chi ha ucciso Saverio Dotto e la moglie a coltellate? L'amico Gigi sostiene che Carlo Bettini, l'uomo che è stato accusato dell'omicidio, ed è morto in carcere, era innocente. Alberto scava nella propria memoria e cerca di ricostruire le vicende di allora, aiutato anche dalla moglie e dalla figlia di Bettini, travolte dalla tragedia e additate dai benpensanti come poco di buono la prima e povera vittima la seconda. E scopre che anche la propria famiglia in qualche modo è legata a corda doppia con la vicenda. Riuscirà a fare venire alla luce la verità? Nella sua indagine Alberto si trova invischiato sempre più nel fango delle ipocrisie, delle falsità, di un ambito sociale in cui era più importante apparire "per bene" che esserlo per davvero, in cui per preservare il proprio buon nome era lecito tutto. Trovandosi poi intrappolati in una “gabbia criminale” dalla quale era difficile liberarsi. Al contempo scopriamo che la Treviso di oggi non è tanto diversa da allora e che per coloro che vivono ai margini della società l'esistenza è ancora una lotta oggi come nel dopoguerra. Una storia reale, tangibile, che mette in luce le grottesche acrobazie di chi vive solo per "la facciata". Ma anche un viaggio a ritroso nel tempo in cui Alberto trova la voglia di rimettrersi in gioco e una nuova grinta per affrontare la vita, addolcita - ora - da una tenera e inaspettata storia d'amore. Un bel romanzo che potrebbe essere definito "noir sociale" e incatena il lettore fino all'ultima pagina. 

http://www.carlacasazza.com/2011/03/la-gabbia-criminale-di-alessandro.html

lunedì 7 marzo 2011

Giù le mani dal festival della letteratura!


Articolo di Enzo "BodyCold" Carcello - CorpiFreddi
Per leggere l'originale clicca qui


Viva l' Italia, anzi Viva quest' italietta fatta di gente per bene, di gente che continua a dire che il nostro beneamato Presidente dello Sconsiglio va a puttane e fa pure bene, dimenticando che è reato andare a puttane. Viva l' italietta di gente per bene che davanti a un libro preferisce lasciarsi rincoglionire dalle tette della Fico sull' isola dei Famosi.
Viva l' italietta che il Ministro dell' Economia guida verso lo sfacelo, portandola per mano, e predicando che "di cultura non si mangia".
Ma spiegatelo voi al nostro Ministro che l' Italia, prima dell' avvento della sua beneamata persona e del suo beneamato padrone, viveva di cultura, di musei, di archeologia, di musica.
Invece, no! Il loro intento è risanare questo Paese, prendendo per mano tutti i lavoratori di ogni singola categoria. E sono partiti da lontano per far questo e la cosa bella è che ci stanno anche riuscendo!!!

Grazie a loro il primo lavoro, il lavoro più antico del mondo si sta riprendendo; grazie a loro la prostituzione ha avuto un incremento degli introiti con ottimi risultati e quindi "sti cazzi" del Festivaletteratura di Mantova.
Un Festival dove le statistiche parlano più di me, e dicono che per ogni euro speso se ne guadagnano 10.
Giù la scure, che da 120 mila euro ha ridotto il tutto a 60 mila euro mettendo in ginocchio la Manifestazione forse più importante della nostra italietta, dove tanta brava gente spendeva un mare di soldi per comprare libri, quei libri di cui questo Governo ha paura, libri che questo Governo sta cercando in tutti i modi di mettere al rogo (ricordiamo l' azzeramento delle tariffe agevolate per i piccoli editori sulle spedizioni e non dimentichiamo di par suo il quasi azzeremento della multa inferta a Mondadori, casa editrice della famiglia benemerita Berlusconi).
Quindi, grazie benemerito sindaco Sodano (indovinate di che partito è...PDL -_-'), che pur di non difendere la cultura della sua città, pur di non gridare che questo taglio è uno schifo, ha solo chinato la testa (e speriamo per lui solo quella) e ha detto "Obbedisco".
Si vergogni!



Ma adesso ci pensiamo noi. Noi italiani brava gente, noi che facciamo parte della piccola schiera di italiani che legge, noi che supportiamo economicamente un settore che ha sempre dato lustro al nostro Paese nel mondo, perché vede signor SindacoSodanodelPDL, probabilmente le sfugge che come italiani una volta nel mondo venivamo ricordati per Dante, Boccaccio, Pirandello, Sciascia, mentre negli ultimi anni, grazie al suo Padrone, quando si sente parlare di Italia, dal CongoBelga all' Australia, ci si ricorda subito di quanti preservativi usi il nostro 70enne PresidenteDelCosiglio.

Adesso ci pensiamo noi, dicevo prima, nell' unico modo che oramai ci rimane per cercare di far sentire la nostra voce, FIRMANDO. Apponiamo firme, pratica forse inutile davanti alla vostra arroganza, ma essendo, spero ancora per poco, gente democraticamente civile, INVITIAMO TUTTI A FIRMARE QUESTO APPELLO:



Facciamo sentire la voce di un' Italia colta, di un' Italia stanca, facciamo sentire a tutti la voce di questa nostra Bella Italia.


Rivogliamo questa Mantova!


giovedì 3 marzo 2011

LA GABBIA CRIMINALE: RECENSIONE DI "LIBRI E RECENSIONI"


Definire il romanzo di A. Bastasi semplicemente un giallo sarebbe molto riduttivo e darebbe un'impressione decisamente parziale del libro che si sta per leggere. La gabbia criminale è, infatti, molto più di questo: dal noir alla narrativa, dall'introspezione al giallo, tanti sono gli aspetti toccati dalla penna dell'autore che, con uno stile diretto e a tratti pungente, regala un affresco della Treviso degli anni cinquanta che è facilmente applicabile, però, alla società odierna nella sua interezza. Un tocco di mistero e la giusta dose di romanticismo completano una storia che si rivela avvincente fin dalle prime pagine.
La trama intreccia passato e presente in un alternarsi di immagini che, tentando di scoprire cosa è davvero accaduto nel lontano 1953, regalano belle fotografie della vita dell'epoca (soprattutto ricreando l'atmosfera quasi familiare dei piccoli centri, quella sensazione di essere sempre tra amici nonostante la presenza immancabile dei pettegolezzi dietro le spalle) che si contrappongono alle descrizioni della città attuale, con le sue piazze, i suoi bar e le vie del centro.
Attraverso i ricordi di Alberto, il protagonista, attraverso le sue paure e le riflessioni, Bastasi fa un'analisi della società, ipocrita fino all'eccesso e pronta a tutto pur di salvaguardare... che cosa? Il buono nome? La reputazione? Tutto sembra essere lecito per tutelarsi, anche a scapito di innocenti e soprattutto nel caso in cui questi rappresentino, per la società stessa, ottimi capri espiatori perché già portatori di “difetti” solo fintamente tollerati, ma in realtà aspramente criticati di nascosto ("[...] è un mondo intero che io accuso, una mentalità che ci trasciniamo da sempre, quella che ogni volta cerca il capro espiatorio, ieri il comunista, oggi il barbone o il migrante di turno, per non fare i conti con se stessa, con la sua anima nera, con la meschineria dei suoi orizzonti").
Un'ipocrisia e un'amoralità, quelli descritti da Bastasi nel suo romanzo, che affondano le loro radici proprio nell'istituzione che dovrebbe trasmettere i valori più importanti: la famiglia, che si rivela invece proprio quella gabbia criminale da cui il protagonista si era allontanato anni prima, culla delle peggiori bassezze dentro cui celare, dietro una coltre di finto perbenismo, la realtà dei fatti, senza alcun rimorso.
Un libro intenso ma anche duro, visto ciò che va a colpire, ma che si chiude con uno spiraglio di speranza. Molto bello.