giovedì 10 febbraio 2011

Commento di Marco Piva - KILLER MANTOVANO (in aNobii)


La gabbia che uccide

Pregevole romanzo questa seconda prova,sulla lunga distanza, del trevigiano Alessandro Bastasi.
Una storia sospesa tra passato e presente, un mistero che affonda le sue radici negli anni del dopoguerra.
E’ il dicembre del 1953 quando vengono rinvenuti in una casa di campagna di un paesino del trevigiano, i cadaveri orrendamente massacrati a coltellate di una coppia di coniugi. L’uomo, Saverio Dotto, è un possidente terriero, ex militante fascista, una persona allo stesso tempo temuta e rispettata nella comunità. Di certo la sua condotta non è irreprensibile, circolano diverse voci inquietanti in paese sulle azioni losche dell’individuo. E’ evidente che più persone possano avere avuto motivo di covare rancori o odio nei confronti della vittima. Viene subito arrestato un sospettato, appartenente alla corrente politica avversa del Dotto, ma risulta immediatamente evidente la sua natura da capro espiatorio.
Giorni nostri: Alberto Sartini ex insegnante in pensione sessantenne, all’epoca dei tragici fatti bambino vicino di casa della coppia uccisa, torna negli stessi luoghi che un tempo, da ragazzo, aveva rinnegato, forse proprio per cercare delle risposte e provare a mettere in ordine tutti i tasselli della sua vita.
“La gabbia criminale” si rivela un giallo atipico e molto sentito, arricchito da una storia d’amore tra le più dolci e tenere che la mia memoria di lettore rammenti. C’è tanta nostalgia, ricordi e umanità in questa storia corale, composta da tutti personaggi anziani, indeboliti nel fisico e provati dalle esperienze di vita passata. Bastasi ci descrive un profondo e veritiero spaccato di una società rurale ancorata alle sue tradizioni, ai suoi preconcetti e ai suoi dogmi perversi. L’apparenza prima di tutto, un sepolcro imbiancato di facciata, gli scheletri che devono rimanere celati nell’armadio, un sistema omertoso capace di generare una vera e propria gabbia criminale senza uscita.
Probabilmente dove il romanzo cade è proprio nel meccanismo più strettamente “giallo”, con una soluzione affrettata e un po’ deludente. Mi rendo conto che l’obiettivo di Bastasi era concentrato su altri aspetti, (centrati in maniera brillante), ma è pure vero che stiamo parlando di un romanzo di genere, che deve essere capace, per essere perfetto e inattaccabile sotto tutti gli aspetti, di soddisfare anche il più esigente palato del lettore scafato.
Comunque sia il mio giudizio è senz’altro positivo e seguirò con particolari interesse le prossime mosse di Alessandro (già al lavoro per l’imminente nuovo romanzo).
Consigliato senza ombra di dubbio.

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